Santa Lucia: tra festività e tradizione.
In occasione della giornata del 13 dicembre, si commemora e festeggia Santa Lucia, una santa circondata da un’aura leggendaria e che presenta un legame diretto con Sant’Elia a Pianisi, che oltre a celebrare Santa Lucia ricorda le tradizioni di un tempo legate a questa festività.
Santa Lucia è una martire cristiana del III secolo morta probabilmente durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano. Secondo la leggenda, la santa portava cibo e aiuti ai cristiani che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa, usando una corona di candele per illuminare la strada. Il giorno di Santa Lucia, cadendo nella stagione dell’Avvento è visto come una festività che segna l’arrivo del Tempo del Natale che culmina il giorno stesso di Natale.
Ad oggi la festa di Santa Lucia è festeggiata principalmente nel nord Italia e a Siracusa ma anche in altre zone del mondo la santa viene commemorata in tante forme differenti tra cui processioni o celebrazioni liturgiche. Le uniche informazioni certe che si hanno sulla santa riguardano la sua provenienza, ovvero la città di Siracusa dove nacque da genitori ricchi e nobili, suo padre era di origini romane e morì quando Lucia aveva 5 anni, lasciando moglie e figlia senza un tutore legale. Secondo alcune leggende, avrebbe portato sua madre malata nel santuario di Sant’Agata dove fu poi guarita, da questo momento Lucia convinse la madre a donare e distribuire le loro ricchezze ai poveri. Si rifiutò di sposare un pagano e venne denunciata alle autorità per tale ragione, sempre secondo la leggenda fu minacciata di essere portata in un bordello se non avesse abiurato, però al suo rifiuto nemmeno cinquanta buoi a cui venne legata riuscirono a spostarla. Visti tali episodi, venne accatastata legna per una pira per bruciarla sul posto, lei continuava a parlare dicendo che la sua morte avrebbe incoraggiato i cristiani a far sentire la propria voce, le venne anche conficcata una lancia nella gola da un soldato per farla tacere ma senza risultati, morì solo dopo aver ricevuto la comunione.
Viene ricordata come una tra le più grandi martiri del mondo e della storia cristiana e infatti viene spesso raffigurata come simbolo del martirio. Altre leggende raccontano di una dolce fanciulla in abito bianco così innamorata dei bambini che decise di andare in giro per il mondo a portare giochi e pensieri d’amore, partì con il suo asinello che la seguì in questo lungo viaggio che aveva lo scopo di rendere felici tutti i bambini. In diverse città italiane, viene scritta una lettera a Santa Lucia chiedendole dei doni da portare e si aspetta che la santa arrivi di notte e lasci i suoi pensieri fuori la porta.
La comunità di Sant’Elia ricorda questa giornata come il momento in cui i bambini si riunivano e giravano per il paese, di casa in casa, a chiedere “A Sanda Lucia”. La gente decideva di donare frutta, legumi, qualche caramella ma il simbolo della tradizione erano i famosi “ciciotti di Santa Lucia”, ovvero granoturco lessato. I bambini così si ritrovavano a mangiare per strada ciò che racimolavano dalle varie visite nelle case del paese e quando qualcuno non voleva condividere il proprio bottino e farlo assaggiare ai compagni di gioco, veniva recitato questo detto:
“Cuoppe e cuppitello
E Maria Sandarello;
e se non me vu’ da’
Sanda Lucia te pozzo fa’ ceca’”.
“Coppo e coppitello
E Maria Santarella;
e se non me ne vuoi dare
Santa Lucia ti possa fare accecare”.
La santa è sempre stata collegata a quei riti che hanno l’obiettivo di assicurare la buona riuscita del raccolto, ecco perché la tradizione di utilizzare il granoturco per la preparazione di questa pietanza che è uno dei simboli della festa. Vivere così la festività di Santa Lucia permetteva ai bambini di riunirsi e assaporare un momento di condivisione e di scoperta delle tradizioni, un modo per prepararsi all’arrivo del Natale. Nella comunità questa tradizione non è stata tenuta in vita e ad oggi sono le nonne a tramandare i racconti di quella che un tempo era la loro infanzia e a spiegare come la festività veniva vissuta dai più piccoli.
Lo stesso momento di preparazione della pietanza, che in alcune regioni d’Italia viene ancora realizzata attraverso varianti, rappresentava una caratteristica della ricorrenza, un gesto di devozione verso la santa che probabilmente alcune persone più anziane ancora compiono. La pietanza veniva inoltre portata poi nelle case vicine o dai propri parenti. Secondo la tradizione più diffusa nelle città del nord, nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre, si attende l’arrivo di Santa Lucia che in groppa al suo asinello si reca di casa in casa a portare doni ai bambini, alcuni lasciano del fieno per l’asinello ed un po’ di latte e qualche arancia per la santa.
A Sant’Elia a Pianisi oggi la festività di Santa Lucia viene celebrata con la messa e la processione, a seguire è poi previsto il rito di benedizione degli occhi, la santa è infatti conosciuta come la protettrice della vista ed è spesso raffigurata con un vassoio in mano sul quale sono appoggiati i due occhi. Questa festività, così come molte altre, fa parte della tradizione paesana e conserva un ruolo importante tra i ricordi di un passato che non è poi effettivamente così distante, in questo modo oggi le nonne possono raccontare ai propri nipoti di quanto, in quei tempi, fosse significativo vivere un momento di condivisione del genere da bambini mentre al giorno d’oggi si è più propensi a dare per scontato perché abituati a momenti del genere giornalmente. Nel periodo di Natale, si torna tutti un po’ bambini e sarebbe bello poter rivivere la festività in questo modo, per far sì che lo spirito della festa venga vissuto a pieno a partire dalle generazioni più giovani, portando avanti una tradizione e non affidandosi solamente ai racconti delle persone più anziane, prendendo parte attiva per rafforzarla e, perché no, anche aggiornarla aggiungendo nuovi dettagli che possano così essere tramandati a loro volta nel corso del tempo.